Europe Direct Lombardia 2014-2020

Cosa ne sanno i cittadini europei della politica di coesione? Un’indagine Eurobarometro misura il loro livello di conoscenza. In Italia c’è più consapevolezza ma resta lo scetticismo rispetto alla sua efficacia.

La Politica di Coesione dell’Unione europea prevede investimenti in tutte le regioni europee allo scopo di ridurre le disuguaglianze tra gli Stati membri e tra le regioni stesse.

immagine del bando

La Politica di Coesione dell’Unione europea prevede investimenti in tutte le regioni europee allo scopo di ridurre le disuguaglianze tra gli Stati membri e tra le regioni stesse.
Attraverso finanziamenti diretti a Stati e Regioni, sostiene lo sviluppo di attività lavorative, di imprese e competitività, di ricerca e innovazione, di iniziative formative ed educative contribuendo così al miglioramento della qualità della vita dei suoi cittadini ed il contestuale raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Questa politica, nota anche come “Politica regionale”, è una delle più consistenti in termini di finanziamenti UE.
Con 351,8 miliardi di euro, il suo budget è circa un terzo dell’intero budget UE 2014-2020.
Attraverso diversi fondi, tra cui il Fondo europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), il Fondo Sociale europeo e il Fondo per la Coesione, l’UE cofinanzia progetti sui territori delle regioni meno sviluppate affinchè loro riescano a incentivare al massimo il proprio potenziale economico.
Non solo. Con ulteriori sotto-linee di finanziamento del FESR, la politica regionale promuove inoltre la cooperazione transnazionale e transfrontaliera in alcune macro-regioni quali, ad esempio, quella baltica, danubiana, alpina, mediterranea ed adriatica.

Ma quanto di questi interventi europei a livello locale è percepito dai cittadini? Quante informazioni in merito a tali progetti arrivano effettivamente ai cittadini chiamati a svolgere parte attiva nel processo di costruzione del Futuro dell’Europa?

Per rispondere a questa domanda, Eurobarometro conduce da qualche anno sondaggi ad hoc per misurare il livello di conoscenza delle politiche di coesione da parte dei cittadini europei. L’ultimo, pubblicato lo scorso mese di ottobre, segna un lieve miglioramento.

Rispetto al 2017, più cittadini europei sono a conoscenza di questi contributi. Il 40% circa degli intervistati (+5 %) dice di sapere cosa sia la politica di coesione e di questi, l’81% li considera utili. Quelli più conosciuti sono il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ed il Fondo di Coesione.
In quasi tutti i paesi europei il livello di consapevolezza è aumentato. In particolare, in Italia (+10 %), Slovacchia (+14%), Malta, Austria, Portogallo (+9%), Lussemburgo e Francia (+8%) si registra il maggior incremento se si confrontano i dati con quelli del 2017.

Tuttavia, i 9 Paesi europei che spiccano per conoscenza di tali finanziamenti tra i propri cittadini sono: Lituania (61%), Ungheria (63%), Slovenia (66%), Lettonia (67%), Croazia e Malta (68%), Repubblica ceca (75%), Slovacchia (77%) e Polonia (82%). L’Italia si attesta all’11° posto con il 50%.

Il Bel Paese è invece ultimo in classifica per quanto riguarda la percezione dell’utilità di questi fondi al territorio: con solo il 51% delle risposte positive, si stacca dalla maggior parte degli altri paesi UE nei quali questa percentuale raggiunge una media dell’81%. Italiani scettici dunque, e non solo quest’anno. Negli ultimi 4 anni la percentuale non è mai andata oltre il 56%.
Con un minimo 7%, la penisola chiude la classifica anche rispetto alla percentuale di intervistati che conoscono ed hanno direttamente beneficiato dei fondi UE. Eppure l’Italia è il secondo Paese europeo per ricezione di fondi della politica di coesione: nell’attuale programmazione, su un budget complessivo di 643 miliardi di politica regionale, all’Italia ne sono stati assegnati 75.

Come sono stati informati i cittadini e da quali canali? La fonte di informazione principale restano televisione (16%) e giornali locali e regionali (15%), cartelloni pubblicitari (12%) seguiti dal web e dalle conoscenze personali (11%).

La maggiori parte degli intervistati a livello europeo crede che l’UE debba investire in tutte le sue regioni in modo uniforme (58%). Chiamati ad indicare invece le regioni prioritarie sulle quali l’UE dovrebbe concentrare le sue risorse di politica regionale, i territori con un alto tasso di disoccupazione sono quelli considerate dai cittadini di primaria importanza (69%) seguite dalle aree urbane più povere (54% e dalle aree rurali o montane più remote (52&).

Quali invece i settori principali di intervento? I cittadini intervistati considerano il settore dell’istruzione, della sanità e delle politiche sociali il principale ambito nel quale intervenire (91%). Tali settori sono considerati ancor più prioritari per i cittadini italiani (95%).
A seguire vi sono l’ambiente (90% a livello europeo e 95% a livello italiano), l’energia rinnovabile e pulita (87% dei cittadini europei e 92% dei cittadini italiani), il sostegno alle piccole e medie imprese (81% a livello europeo e 89% a livello italiano), ricerca e innovazione e formazione professionale.

Infine, abbastanza allineate sono le posizioni dei cittadini europei ed italiani sul livello al quale dovrebbero essere prese le decisioni sui settori ed aree nelle quali investire: con una relativa armonia si confermano i livelli regionali (34% i cittadini italiani che considerano questo livello principale), nazionali (21% dei cittadini italiani intervistati) e locale (20%).

 

Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 08/03/2024