Europe Direct Lombardia 2014-2020

Il pacchetto d’autunno del nuovo semestre europeo traccia il cammino dell’UE verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Riconoscendo che la crescita economica non è fine a se stessa ma che deve essere al servizio dei cittadini e del pianeta, per la prima volta dal 2010, la Commissione europea integra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nel semestre europeo.

immagine del bando

Riconoscendo che la crescita economica non è fine a se stessa ma che deve essere al servizio dei cittadini e del pianeta, per la prima volta dal 2010, la Commissione europea integra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nel semestre europeo.

Lo scorso dicembre infatti la Presidente Von Der Leyen ha inaugurato il nuovo ciclo di semestre europeo presentando una strategia annuale di crescita ambiziosa e completamente nuova che punta sulla sostenibilità competitiva per costruire un’economia al servizio delle persone e dell’ambiente.

Le nuove indicazioni mirano a rispondere ai mutamenti che stanno trasformando le nostre società quali i problemi climatici, il progresso tecnologico, l’invecchiamento della popolazione. Non solo. Se gli anni difficili della crisi finanziaria sembrano essere gradualmente parte di un recente passato, le prospettive esterne e geopolitiche a livello mondiale sono sempre più offuscate ed incerte e l’Europa sembra avviarsi verso un periodo di crescita contenuta e di modesta inflazione.

La strategia annuale di crescita sostenibile delineata dalla nuova Commissione detta le linee dell’UE in materia di politiche economiche e occupazionali facendo della sostenibilità e dell’inclusione sociale le colonne portanti di tali politiche.

Organizzata su quattro macroaree collegate e complementari tra loro – sostenibilità ambientale, incrementi di produttività, equità e stabilità macroeconomica -, la strategia mira a guidare gli Stati europei verso la transazione digitale e quella climatica con l’obiettivo di mantenere elevati i sistemi di welfare europei e di svolgere ruolo di centro dinamico di innovazione ed imprenditorialità.

Pubblicata lo scorso 17 dicembre, la comunicazione chiede a tutti gli Stati membri l’attuazione di riforme strutturali, politiche occupazionali, politiche di investimento e di bilancio responsabili.

Sostenibilità ambientale

Il semestre europeo fornirà agli Stati membri orientamenti specifici in relazione alle riforme strutturali e agli investimenti per attuare un modello economico sostenibile.

Sosterrà gli Stati nell’individuare ed nell’affrontare scelte fondamentali in grado di contrastare l’impatto sociale dell’aumento dei prezzi dell’energia tramite politiche sociali e di bilancio adeguate. Gli Stati dovranno integrare nelle riforme il sostegno da destinare alle popolazioni, ai settori e alle regioni su cui la trasformazione prevista dal Green Deal avrà un impatto maggiore.

Ad esempio, maggiore attenzione dovrà essere posta agli investimenti verdi e digitali nell’ambito della politica di coesione. Innovazione e ricerca soprattutto nel settore delle risorse pulite, il miglioramento dell’efficienza energetica nei settori residenziali e terziario, investimenti nella produzione di energia elettrica e nell’infrastruttura di rete oltre che la diffusione di una capillare infrastruttura per i combustibili alternativi saranno aspetti essenziali per il conseguimento della strategia.
Sarà necessario da parte degli Stati membri delle modifiche dei regimi fiscali e di sovvenzione in modo da attrarre ulteriori investimenti dato che i soli finanziamenti pubblici non saranno sufficienti. Il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile lanciato il 14 gennaio (link) destinerà al clima un’ingente quota delle spese UE attirando finanziamenti privati mediante garanzie nell’ottica di incentivare progetti verdi finanziabili. Anche la BEI offrirà il proprio supporto diventando la prima banca europea per il clima ed elaborando strategie per mobilitare investimenti da destinare alle regioni che avranno bisogno di particolare assistenza nella transizione ambientale e climatica attraverso il Meccanismo per una transizione giusta.

Crescita della produttività

Il semestre europeo detterà linee guida agli Stati membri affinchè riescano ad affrontare il fenomeno dell’invecchiamento demografico e della scarsità delle risorse attraverso una strategia rigorosa e lungimirante in materia di ricerca ed innovazione in grado di condurre l’Europa verso un incremento della produttività che ad oggi è inferiore a quella di altri attori globali.

Per questo è necessario sostenere, attraverso strategie comuni e risorse condivise, gli investimenti pubblici e privati nelle nuove tecnologie digitali avanzate quali l’intelligenza artificiale, l’IoT e l’accesso ai dati e contribuire in tal modo a mantenere l’Europa all’avanguardia rispetto alla concorrenza mondiale. Blockchain, calcolo ad alte prestazioni e quantistico, algoritmi e strumenti per consentire la condivisione dei dati e il loro utilizzo sono tutti elementi che aiuteranno ad affrontare sfide in diversi settori: dalla sanità all’agricoltura, dalla sicurezza all’industria manifatturiera.

Non solo sostegno all’innovazione ma anche alle competenze. Saranno necessarie riforme nell’ambito dell’istruzione e della formazione in grado di contrastare il fenomeno in aumento di risultati insoddisfacenti nella lettura, nella matematica e nelle scienze da parte degli studenti, di colmare il divario di competenze digitali, di sostenere i lavoratori adulti affinchè sviluppino competenze più ampie ed elevate.

La strategia invita infine all’approfondimento del Mercato unico: è necessario un impulso maggiore soprattutto per adeguare l’integrazione del mercato unico digitale e realizzare un’unione dei mercati dei capitali e dei servizi.
Tra le novità del nuovo semestre europeo vi è l’introduzione della relazione sulla performance del mercato unico che evidenzia i risultati raggiunti ma anche gli ostacoli e gli obiettivi a breve e lungo termine e le riforme strutturali a livello di Stati membri per suo completamento.

Equità

Per il consolidamento dei risultati economici e sociali, l’UE deve dare piena attuazione al pilastro europeo dei diritti sociali. Sono necessari interventi che possano assicurare ai lavoratori condizioni di lavoro eque attraverso anche un maggior sostegno allo sviluppo delle capacità delle parti sociali di avviare dialoghi sociali costruttivi nei paesi in cui tale pratica è carente. Aspetti rilevanti saranno l’introduzione di un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione, gli sforzi volti a contrastare il lavoro irregolare e lo sfruttamento dei lavoratori e ad introdurre politiche efficaci in materia di equilibrio tra vita privata e professionale.

Un altro ostacolo verso una piena equità è rappresentato dall’esclusione sociale: come messo in luce dalla relazione sull’occupazione che accompagna la strategia, abbandono scolastico, disuguaglianze che gravano sui gruppi a rischio esclusione ed invecchiamento della popolazione sono le sfide che gli Stati membri sono chiamati ad affrontare. A queste si aggiungono quelle collegate alla coesione accentuate da una sempre più crescente disparità regionale: nonostante il progresso delle regioni più povere, il divario di queste con quelle più ricche si è ampliato negli ultimi anni a causa della scarsità degli investimenti. Istruzione, formazione, assistenza sanitaria, connettività delle regioni e accesso alla mobilità sono i settori in cui gli Stati membri sono chiamati ad intervenire con investimenti adeguati. La lotta all’evasione e all’elusione fiscale è inoltre essenziale poiché compromette la capacità dei Paesi di definire politiche tributarie in grado di rispondere alle necessità dell’economia e della popolazione. Di primaria importanza anche la lotta contro le pratiche di pianificazione fiscale aggressiva e l’introduzione di una tassazione equa delle imprese globalizzate: dove sono generati profitti, anche le tasse e le imposte devono contribuire ai sistemi previdenziali, all’istruzione, alla sanità e alle infrastrutture.

Stabilità macroeconomica

Rispetto della disciplina di bilancio sfruttando al meglio la flessibilità prevista dalle norme, rettificare gli squilibri e completare l’Unione economico e monetaria sono le indicazioni contenute nel pacchetto d’autunno e nella raccomandazione sulla politica economica della zona euro e nella relazione sul meccanismo di allerta che raccomanda di sottoporre 13 Stati membri tra cui l’Italia ad un esame approfondito per individuare e valutare la gravità di queste situazioni. Ciò sarà utile al fine di preparare tali Stati alle sfide a lungo termine e a possibili shock futuri.

Nel prossimo Quadro finanziario pluriennale giace la chiave per trasformare tali indicazioni in azioni concrete. Attraverso il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile lanciato lo scorso 14 gennaio, l’UE garantirà la realizzazione degli investimenti necessari per dare attuazione al Green Deal europeo.

Il meccanismo per una transizione giusta si occuperà delle regioni più colpite dal cambiamento cercando di mitigare l’impatto su queste.

I fondi della politica di coesione sosterranno la coesione sociale e territoriale negli Stati membri, nelle regioni e nelle zone rurali dando loro l’opportunità di adeguati alla trasformazione digitale e alla transizione verde.

Il programma di sostegno alle riforme strutturali dei Paesi UE offrirà ancor più strumenti in termini di assistenza tecnica e finanziaria agli Stati mentre il nuovo programma Orizzonte Europa prevederà investimenti a favore dell’innovazione e della ricerca. Ci si aspetta un importante contributo anche dalla futura politica agricola comune chiamata a contribuire in modo più incisivo alla difesa dell’ambiente e del clima.

Il cammino dell’UE verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile è tracciato.

Gli Stati sono invitati a tenere conto delle priorità di questa comunicazione nel momento in cui elaboreranno le politiche e le strategie nazionali che confluiranno nei rispettivi programmi di stabilità, di convergenza e di riforma.

Il prossimo passo saranno le relazioni per paese 2020 che includeranno un’analisi ed un monitoraggio più approfondito delle azioni individuate dagli Stati membri anche rispetto alla sostenibilità ambientale.

Lo scopo è appoggiare le iniziative degli Stati membri individuando sinergie e possibili compromessi tra le politiche ambientali, sociali ed economiche a livello nazionale.


Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 11/03/2024