Europe Direct Lombardia 2014-2020

Immigrazione: un approccio europeo. La Commissione presenta le sue nuove proposte. Al Parlamento europeo e al Consiglio dell'UE le decisioni sulla loro approvazione.

Un approccio europeo alla gestione del fenomeno dell’immigrazione in uno spirito di solidarietà e responsabilità: questa la direzione delle ulteriori nuove proposte dell’esecutivo europeo in materia di immigrazione, come sollecitato anche dai capi di Stato e di governo durante il Consiglio europeo di giugno.

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Un approccio europeo alla gestione del fenomeno dell’immigrazione in uno spirito di solidarietà e responsabilità: questa la direzione delle ulteriori nuove proposte dell’esecutivo europeo in materia di immigrazione, come sollecitato anche dai capi di Stato e di governo durante il Consiglio europeo di giugno.

I progressi compiuti verso una riforma del sistema europeo comune di asilo sono enormi: l’impegno di questi anni è stato intenso e decisivo e 5 delle 7 proposte presentate dalla Commissione nel 2016 sono finalmente in dirittura d’arrivo.
Ulteriori tasselli sono le proposte che il Presidente della Commissione europea Juncker ha esposto durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione lo scorso 12 settembre, in risposta alle richieste formulate dal Consiglio europeo dello scorso giugno.
Si tratta di 3 proposte nuove e ambiziose per garantire la piena solidarietà dell’UE sulla questione migratoria e per una maggior protezione delle frontiere esterne dell’Europa.
Le proposte riguardano l’innalzamento della qualità del servizio offerto dalla guardia di frontiera e costiera europea e dell’agenzia dell’UE per l’asilo e l’aggiornamento delle norme europee vigenti in materia di procedure di rimpatrio per renderle più efficaci.

L’esecutivo europeo propone il potenziamento della guardia di costiera e frontiera europea per rispondere alle sfide collettive in materia di migrazione e controlli con le quali gli Stati membri europei si stanno confrontando.
L’intento non è quello di sostituirsi al ruolo degli Stati in queste politiche ma di riuscire ad affiancarli e a sostenerli maggiormente.
La preposta prevede:
- la costituzione di un corpo permanente di 10 000 unità operative entro il 2020: in tal modo l'Agenzia potrà contare su personale proprio e su materiale proprio quali navi, aerei e veicoli;
- competenze esecutive: sotto l'autorità e il controllo dello Stato membro in cui saranno dispiegati, i membri del corpo permanente della guardia di frontiera e costiera dell'UE saranno abilitati a svolgere attività quali: verifica delle identità, rilascio autorizzazioni o rifiuti di ingresso alle frontiere esterne oltre all’intercettazione delle persone alla frontiera;
- maggiore sostegno per i rimpatri: oltre ad organizzare e finanziare operazioni di rimpatrio congiunte, l'Agenzia potrà aiutare nelle procedure di rimpatrio eseguite negli Stati membri, in particolare identificando i cittadini di paesi terzi in soggiorno irregolare, acquisendo i documenti di viaggio e preparando le decisioni di rimpatrio per le autorità nazionali, cui spetterà comunque la competenza di adottare concretamente la decisione di rimpatrio;
- maggiore cooperazione con i paesi terzi: previo accordo del paese interessato, l'Agenzia potrà avviare operazioni congiunte e dispiegare personale al di fuori dell'UE, anche al di là dei paesi limitrofi dell'Unione;
- mezzi finanziari più consistenti: il costo totale del proposto potenziamento della guardia di frontiera e costiera europea ammonta attualmente a 1,3 miliardi di € per il periodo 2019-2020, mentre per il prossimo periodo di bilancio dell'UE 2021-2027 si propone un totale di 11,3 miliardi di €.

L’Agenzia UE per l’asilo potrà sostenere gli Stati membri UE durante tutto l’iter della procedura di asilo attraverso un servizio rapido e completo reso possibile grazie alla messa in campo di apposite squadre di sostegno in grado di fornire attività specifiche, incluso lo svolgimento dell’intera fase amministrativa della procedura.
Saranno previste squadre miste dell’UE per la gestione dei flussi migratori dell’UE che potranno aiutare gli Stati membri in caso di necessità e su richiesta del Paese membro. Le squadre, coordinate dalla Commissione europea, saranno abilitate a svolgere tutti i compiti necessari per accogliere le persone in arrivo, distinguere tra le persone bisognose di protezione e le altre ed espletare le procedure di asilo e di rimpatrio.
Per concretizzare queste proposte e mettere l’Agenzia UE per l’asilo nelle condizioni di poter operare pienamente su questa linea, la Commissione europea ha identificato un budget di 321 milioni di € per il periodo 2019-2020 e di 1,25 miliardi di € per il periodo 2021-2027.

Una revisione mirata della direttiva rimpatri contribuirà ad accelerare le procedure di rimpatrio, ad essere più efficaci nell'impedire le fughe e i movimenti secondari irregolari e ad aumentare il numero di rimpatri effettivi, sempre nel totale rispetto dei diritti fondamentali. Le novità prevedono:
Una nuova procedura di frontiera: se la domanda d'asilo verrà respinta durante le procedure di frontiera, si attiveranno procedure di rimpatrio semplificate, senza applicazione del periodo per la partenza volontaria e con termini abbreviati per il ricorso. Questo permetterà un'adozione rapida delle decisioni di rimpatrio, che potrà essere attivata direttamente in frontiera e nei centri controllati. Per evitare ritardi la decisione di rimpatrio dovrà essere emanata contemporaneamente alla decisione che pone fine al soggiorno regolare o immediatamente dopo. Nel caso dei richiedenti asilo respinti sarà fissato un termine comune di 5 giorni al massimo per la presentazione del ricorso avverso la decisione di rimpatrio; per le persone sottoposte a procedura di rimpatrio sarà introdotto l'obbligo di cooperare per verificare la loro identità e ottenere cosi i documenti di viaggio.
Rimpatri volontari efficaci: per promuovere il rimpatrio volontario e aumentare il sostegno finanziario e concreto, gli Stati membri dovranno varare programmi di rimpatrio volontario. Nel contempo potranno abbreviare il periodo concesso per il rimpatrio volontario, ad esempio per impedire la fuga.
Norme chiare sulla detenzione: saranno individuati criteri comuni per appurare il rischio di fuga e  stabilire cosi se sia giustificata o meno la detenzione. Questo contribuirà a un uso più efficiente della detenzione nel corso delle procedure di rimpatrio, sempre nel totale rispetto dei diritti fondamentali.
Considerato il periodo di tempo necessario per portare a buon fine i rimpatri e le condizioni che rendono necessaria la detenzione, gli Stati membri dovranno prevedere una reclusione iniziale non inferiore a 3 mesi. Potranno tuttavia detenere le persone che devono essere rimpatriate a seguito di apposita decisione se queste costituiscono una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza nazionale.

Una politica migratoria equilibrata e globale si basa anche sull’offerta di percorsi legali per le persone bisognose di protezione e la creazione di canali vantaggiosi di accesso per una migrazione di manodopera che si basa sul fabbisogno.
La Commissione ha già presentato varie iniziative e proposte sul tema.  Ora tocca agli Stati membri realizzarle. Queste sono:
Nuova Carta blu UE: Il Consiglio dell’UE dovrebbe approvare il nuovo regime della Carta blu UE che la Commissione ha proposto già nel 2016, così da attirare in Europa lavoratori altamente qualificati e migliorare la competitività degli Stati membri. La proposta è ora nelle mani del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE che devono trovare un accordo.
Reinsediamento: In seguito alla proposta fatta dalla Commissione europea nel 2016, gli Stati membri si erano assunti l’impegno di reinsediare, entro ottobre 2019, 50 000 persone bisognose di protezione internazionale. Ora devono accelerarne la realizzazione raggiungendo un accordo al riguardo.  
Intensificazione della cooperazione con i paesi terzi, anche avviando progetti pilota sulla migrazione legale con alcuni paesi dell'Africa entro il 2018. Queste iniziative potranno contribuire a migliorare la cooperazione per una gestione globale del fenomeno migratorio.
Tra queste iniziative rientra anche il Piano europeo per gli investimenti esterni la cui proposta è stata adottata formalmente a settembre 2017.

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Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 08/03/2024