Europe Direct Lombardia 2014-2020

Situazione economica e sociale degli Stati Membri UE: La Commissione europea pubblica il pacchetto d'inverno del semestre europeo.

L’economia europea è in forte espansione e la prospettiva economica favorevole si accompagna ad un miglioramento del mercato del lavoro e della situazione sociale. Ma non uniformemente in tutti gli Stati europei: per alcuni paesi le debolezze strutturali frenano la crescita e la convergenza.

immagine del bando

L’economia europea è in forte espansione e la prospettiva economica favorevole si accompagna ad un miglioramento del mercato del lavoro e della situazione sociale. Ma non uniformemente in tutti gli Stati europei: per alcuni paesi le debolezze strutturali frenano la crescita e la convergenza.

E’ quanto emerge dal pacchetto d’inverno del semestre europeo, la relazione annuale contenenti le analisi della situazione economica e sociale degli Stati membri, esclusa la Grecia che è oggetto di un programma specifico di sostegno alla stabilità.

Le 27 relazioni sono il risultato di uno studio e la conseguente valutazione sui progressi compiuti nell’attuazione delle raccomandazioni specifiche per ogni singolo Paese.
Per la prima volta sono state incluse anche le analisi rispetto all’integrazione delle priorità del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato a novembre 2017. Un’attenzione particolare è dunque prestata nei confronti di sfide in materia di competenze e di reti di sicurezza sociale a livello nazionale.

Per 12 paesi europei, tra i quali anche l’Italia, l’analisi presenta una generale ripresa economica che, insieme alle riforme portate avanti in molti Stati dell’UE ha contribuito a migliorare il mercato del lavoro ed il contesto sociale.
La disoccupazione e la fascia di persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono quasi tornate ai livelli precedenti alla crisi, così come sono invece ripartiti favorevolmente gli investimenti. Tuttavia è emerso come siano ancora da affrontare alcune vulnerabilità - come l’alto livello di debito pubblico e privato - e come non si possa prescindere da nuove riforme.

Ma quale la situazione per l’Italia?

Le principali conclusioni e le sfide politiche collegate riguardano:

- un elevato debito pubblico, ancora fattore di vulnerabilità;
- la crescita della produttività continua ad essere debole;
- gli sforzi volti a risolvere il problema della massiccia quantità di crediti deteriorati stanno dando i loro frutti e sono stati affrontati i gravi problemi del settore bancario;
- la disoccupazione di lunga durata e quella giovanile comportano rischi per la coesione sociale e la crescita: pur registrando un calo, entrambe restano tra le più elevate dell’UE. Il basso tasso di attività globale frena la crescita potenziale della produzione e al tempo stesso, l’alto livello di disoccupazione giovanile può ostacolare l’acquisizione di competenze da parte dei giovani e la loro futura occupabilità.

Altri importanti questioni economiche analizzate che rappresentano delle sfide per l’Italia sono:

- l’elevato carico fiscale e lo scarso adempimento tributario continuano a frenare la crescita economica: in Italia l’onere fiscale sul lavoro e sul capitale rimane tra i più elevati d’Europa. La complessità del regime tributario aumenta l’onere gravante sulle imprese e sulle famiglie in regola e mina l’adempimento dell’obbligo tributario. Anche se le misure adottate, tra cui la fatturazione elettronica, sono promettenti, la tanto attesa revisione delle agevolazioni fiscali e dei valori catastali ha subito un rinvio. Dopo la soppressione dei voucher non sono state individuate altre misure strategiche per contrastare il lavoro sommerso.
- Gli investimenti, soprattutto in attività immateriali, continuano a ristagnare. Tra i fattori che ostacolano gli investimenti ci sono i vincoli di carattere finanziario connessi a un mercato di capitali sottosviluppato, le condizioni restrittive per i crediti bancari, la mancanza di lavoratori altamente qualificati dovuta anche alla fuga dei cervelli e alle scarse possibilità di apprendimento continuo.
Infine, nonostante l’attuazione del piano Industria 4.0, gli investimenti in attività immateriali, quali R&S, innovazione e formazione dei lavoratori rimangono al di sotto della media UE a causa del gran numero di microimprese, della mancanza di specializzazione in settori ad alta intensità di conoscenza, del basso tasso di digitalizzazione e di competenze digitali.
- La contrattazione salariale di secondo livello è poco diffusa e si registrano ritardi nell’attuazione della riforma delle politiche attive del lavoro.
- Nuove politiche sociali sono in fase di attuazione per affrontare la crescente povertà ma permangono le sfide demografiche: l’introduzione di una nuova misura permanente per la lotta alla povertà è necessaria per contribuire a rafforzare i servizi sociali, finora in carenza di organico.
Inoltre il basso tasso di natalità, l’invecchiamento della popolazione e il peggioramento del saldo migratorio sono altri fenomeni preoccupanti che richiedono lo sviluppo di strategia a lungo termine, quali politiche più mirate di sostegno alle famiglie.
Il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro resta infatti uno dei più bassi dell’UE a causa della difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, vista la limitata disponibilità di servizi per l’infanzia e di assistenza a lungo termine, il limitato utilizzo del congedo parentale da parte degli uomini e gli scarsi incentivi forniti dal sistema fiscale e assistenziale.
- Il sistema di istruzione non è sufficientemente finanziato.
- Il funzionamento della pubblica amministrazione e la gestione del pubblico impiego sono tuttora meno efficienti di quelli di altri paesi comparabili.
- Il contesto in cui operano le imprese continua a frenare l’imprenditorialità e permangono significativi ostacoli alla concorrenza.

Le relazioni costituiscono il primo passo per l’elaborazione da parte degli Stati membri dei propri programmi nazionali entro la metà di aprile 2018 e per l’emanazione delle raccomandazioni della Commissione europea, specifiche per ogni singolo Paese, nella prossima primavera.

In allegato il report per l'Italia.

 

Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 08/03/2024