Pacchetto infrazioni di ottobre della Commissione europea: le decisioni chiave che interessano l’Italia
Nel suo regolare pacchetto di decisioni di infrazione, la Commissione europea intraprende azioni legali contro gli Stati membri che non hanno rispettato gli obblighi previsti dal diritto dell’UE.
Nel suo regolare pacchetto di decisioni di infrazione, la Commissione europea intraprende azioni legali contro gli Stati membri che non hanno rispettato gli obblighi previsti dal diritto dell’UE. Queste decisioni, che riguardano vari settori e aree politiche dell’UE, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto europeo a beneficio dei cittadini e delle imprese.
Unione della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dei mercati dei capitali
La Commissione invita Germania, Italia e Austria a recepire correttamente la direttiva sulla distribuzione assicurativa. La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di messa in mora alla Germania (INFR(2024)2222), all'Italia (INFR(2024)2221) e all’Austria (INFR(2024)2220) per non aver recepito correttamente le disposizioni della Direttiva sulla distribuzione assicurativa (Direttiva (UE) 2016/97). La direttiva sulla distribuzione assicurativa stabilisce norme minime per la distribuzione di prodotti assicurativi nel mercato unico, al fine di garantire un elevato grado di professionalità, trasparenza e tutela dei consumatori. Le lettere di costituzione in mora riguardano le disposizioni sugli intermediari assicurativi controllati da persone di Paesi terzi nel caso dell’Austria e della Germania, sugli intermediari assicurativi ausiliari che vendono prodotti assicurativi in aggiunta ai loro prodotti e servizi e sulla pubblicazione delle sanzioni nel caso della Germania e sulle norme relative alle attività transfrontaliere degli intermediari assicurativi in regime di libera prestazione di servizi nel caso dell’Italia. La Commissione ha quindi inviato una lettera di costituzione in mora a Germania, Italia e Austria, che hanno ora due mesi di tempo per rispondere e colmare le lacune sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
Lavoro e diritti sociali
La Commissione invita l’Italia ad allineare al diritto dell’UE la sua legislazione sulle condizioni di lavoro dei giudici onorari. Oggi la Commissione europea ha deciso di inviare un parere motivato aggiuntivo all’Italia (INFR(2016)4081) per non aver allineato pienamente al diritto del lavoro dell’UE la propria legislazione nazionale applicabile ai giudici onorari. Il parere motivato aggiuntivo riguarda i giudici onorari entrati in servizio dopo il 15 agosto 2017, poiché l’Italia non ha fornito risposte sostanziali né ha adottato misure per affrontare le questioni individuate dalla Commissione nel suo parere motivato del luglio 2023. Secondo la Commissione, la legislazione italiana continua a non rispettare le norme dell’UE sul lavoro a tempo determinato, sul lavoro a tempo parziale e sull’orario di lavoro (rispettivamente accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, accordo quadro allegato alla direttiva 97/81/CE e direttiva 2003/88/CE). Diverse categorie di giudici onorari – giudici di pace onorari, vice procuratori onorari e giudici onorari di tribunale – non godono dello status di “lavoratore” ai sensi della legislazione nazionale italiana e sono considerati volontari che forniscono servizi su base “onoraria”. Ricevono un trattamento meno favorevole rispetto agli analoghi magistrati di ruolo per quanto riguarda diverse condizioni di lavoro, come le indennità in caso di malattia, infortunio e gravidanza, il trattamento fiscale, le ferie annuali retribuite e le modalità e il livello di retribuzione. Non ricevono un risarcimento in caso di abusi. Inoltre, non esiste un sistema di misurazione del loro orario di lavoro. La Commissione ha avviato questa procedura di infrazione nel luglio 2021 con una lettera di messa in mora, seguita da un’ulteriore lettera di messa in mora inviata nel luglio 2022 e da un parere motivato nel luglio 2023. Nonostante le modifiche legislative previste per garantire la conformità al diritto dell’UE per quanto riguarda i magistrati onorari in servizio al 15 agosto 2017, l’Italia non ha presentato piani per affrontare la questione in oggetto per i giudici onorari assunti dopo tale data. Pertanto, la Commissione ha deciso di emettere un parere motivato all’Italia, che ora ha due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrebbe decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
La Commissione decide di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver posto fine all’uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie. La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia (INFR(2014)4231) alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver posto fine al ricorso abusivo ai contratti a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). Secondo la Commissione, l’Italia non dispone delle norme necessarie per vietare la discriminazione delle condizioni di lavoro e il ricorso abusivo a contratti a tempo determinato successivi. La Commissione ritiene che la legislazione italiana che stabilisce lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non preveda una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio. Ciò costituisce una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione salariale. Inoltre, contrariamente al diritto dell’UE, l’Italia non ha adottato misure efficaci per prevenire l’uso abusivo di contratti di lavoro a tempo determinato successivi del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche. Ciò viola il diritto dell’UE in materia di lavoro a tempo determinato. La Commissione ritiene che gli sforzi delle autorità siano stati finora insufficienti e deferisce pertanto l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Ulteriori informazioni sono disponibili nel comunicato stampa.
Redazione Europe Direct Lombardia
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Data di pubblicazione: 28/10/2024
Data ultima modifica: 28/10/2024