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Reati ambientali: accordo su nuovi criteri identificativi e sanzioni

A metà novembre, i negoziatori di Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sull’aggiornamento delle norme dell’UE in materia di reati e sanzioni ambientali per rafforzare la protezione degli ecosistemi.

 

immagine del bando

A metà novembre, i negoziatori di Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sull’aggiornamento delle norme dell’UE in materia di reati e sanzioni ambientali per rafforzare la protezione degli ecosistemi.

Le nuove norme forniscono un elenco aggiornato delle azioni connesse all’ambiente che si qualificano come reati a livello di UE e delle relative sanzioni, per garantire un’applicazione più efficace della legislazione ambientale dell'UE. L’elenco includerà, tra gli altri reati, l’importazione e l’uso di mercurio e gas fluorurati a effetto serra, l’importazione di specie invasive, l’esaurimento illegale delle risorse idriche e l’inquinamento causato dalle navi. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno inoltre concordato sanzioni più severe per i cosiddetti reati qualificati, ossia quelli che causano la distruzione di un ecosistema o di un habitat all’interno di un sito protetto o che danneggiano la qualità dell’aria, del suolo o dell’acqua, compresi i reati paragonabili all’ecocidio con risultati catastrofici come l’inquinamento diffuso o gli incendi forestali su larga scala.

Sanzioni: reclusione e multe
Le persone, compresi i rappresentanti delle aziende, che commettono reati ambientali che comportano la morte possono essere condannate a una pena detentiva di dieci anni; i reati qualificati sono puniti con otto anni di carcere, mentre per gli altri reati, a seconda di fattori quali la durata, la gravità o la reversibilità del danno, la pena è di cinque anni di carcere.

I trasgressori possono incorrere anche in altre sanzioni, come multe e l’obbligo di ripristinare l’ambiente danneggiato o di risarcire i danni causati. Le stesse sanzioni possono essere previste per le imprese, oltre ad altre come il ritiro delle licenze, il divieto di accesso ai finanziamenti pubblici o la chiusura. Dopo il recepimento, gli Stati membri potranno scegliere se imporre multe pari al 3 o al 5% del fatturato mondiale annuo, a seconda della natura del reato, o se scegliere importi fissi di 24 o 40 milioni di euro.

Protezione e formazione degli informatori
Gli eurodeputati hanno anche assicurato che le persone che denunciano i reati saranno sostenute, che i giudici, i procuratori, la polizia e altro personale giudiziario saranno sottoposti a una formazione periodica specializzata e che gli Stati membri organizzeranno campagne di sensibilizzazione per ridurre i reati ambientali. Possono anche istituire un fondo per sostenere le misure di prevenzione e affrontare le conseguenze dei reati ambientali. Nei casi transfrontalieri, le autorità nazionali dovranno cooperare tra loro e con altri organismi competenti, come Eurojust, Europol o la Procura europea. Gli Stati membri dovranno inoltre preparare strategie nazionali di lotta ai reati ambientali e raccogliere i relativi dati statistici, mentre la Commissione europea dovrà aggiornare regolarmente l’elenco dei reati.

 

 

Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data ultima modifica: 04/12/2023