Europe Direct Lombardia

Un nuovo Eurobarometro mostra la propensione degli europei nei confronti dell’apprendimento delle lingue

La stragrande maggioranza degli europei (86%) ritiene che tutti dovrebbero parlare almeno una lingua straniera e quasi tre su cinque (59%) sono in grado di sostenere una conversazione in una di esse.

immagine del bando

La stragrande maggioranza degli europei (86%) ritiene che tutti dovrebbero parlare almeno una lingua straniera e quasi tre su cinque (59%) sono in grado di sostenere una conversazione in una di esse. Questi sono alcuni dei risultati del nuovo Eurobarometro su “Gli europei e le loro lingue”, pubblicato oggi dalla Commissione.

In concomitanza con la Giornata mondiale della diversità culturale, l’indagine evidenzia il crescente riconoscimento dell’importanza della diversità linguistica nel migliorare la comprensione culturale, le opportunità economiche e la coesione sociale in Europa. Con 24 lingue ufficiali e circa 60 lingue regionali e minoritarie parlate nell’Unione europea, il multilinguismo è un esempio vivace della diversità culturale europea.

Condotto dodici anni dopo l’ultima indagine su questo tema, l’Eurobarometro mostra che i cittadini hanno un atteggiamento molto positivo nei confronti del multilinguismo:

  • L’86% degli intervistati ritiene che tutti dovrebbero parlare almeno un'altra lingua, oltre a quella materna e il 69% dice più di una lingue;
  • Il 76% ritiene che il miglioramento delle competenze linguistiche debba essere una priorità politica;
  • L’84% ritiene che le lingue regionali e minoritarie debbano essere protette. 

La Commissione promuove la diversità linguistica nell’Unione europea attraverso progetti finanziati dal programma Erasmus+ e da Europa Creativa.

Per quanto riguarda la conoscenza delle lingue straniere, l’indagine Eurobarometro mostra progressi positivi, anche se modesti, rispetto all’ultima rilevazione del 2012.

  • Tre europei su cinque sono in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa dalla propria lingua madre, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2012.
  • La percentuale sale a quattro su cinque tra i giovani europei (79% tra i 15 e i 24 anni), con un aumento di 5 punti percentuali.

Ciò avvicina l’UE all’obiettivo per i giovani stabilito nella raccomandazione del Consiglio del 2019 su un approccio globale all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue, ossia l’acquisizione di competenze nella lingua di scolarizzazione e la conoscenza di altre due lingue prima della fine dell’istruzione secondaria superiore.

D’altro canto, i progressi sono minori per quanto riguarda la seconda lingua straniera: il 28% degli europei (+1 pp) e il 39% dei giovani (+2 pp) è in grado di sostenere una conversazione in più di una lingua straniera. Tra gli europei che parlano almeno un’altra lingua, oltre a quella materna, il 31% utilizza quotidianamente la prima lingua straniera (+8 punti percentuali).

L’inglese è parlato da quasi la metà degli europei (47%) come lingua straniera. Si tratta di un notevole aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2012. 7 giovani europei su 10 sono in grado di sostenere una conversazione in inglese, con un aumento di 9 punti percentuali rispetto al sondaggio del 2012.  È percepita come la lingua più importante da imparare per il futuro dei bambini (dall’85% dei partecipanti al sondaggio), seguita da spagnolo, tedesco, francese e cinese. Dopo l’inglese, il francese (11%), il tedesco (10%) e lo spagnolo (7%) sono le lingue straniere più parlate nell’UE. 

Questi risultati sono in linea con quelli dello studio Eurydice Key data 2023 sull’insegnamento delle lingue a scuola in Europa, da cui emerge che il 98,3% degli studenti europei della scuola secondaria inferiore, e sempre più spesso fin da piccoli, sta imparando l’inglese.

Secondo gli intervistati, i principali vantaggi dell'apprendimento di una nuova lingua sono le opportunità di lavoro (51%), la capacità di comprendere persone di altre culture (45%), la possibilità di ottenere un lavoro migliore nel Paese in cui si vive (42%), l’utilizzo in vacanza all’estero (42%) e l’utilizzo sul lavoro (compresi i viaggi all’estero per affari; 40%).

I risultati sono in linea con un recente studio dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), sostenuto dalla Commissione, sulle modalità di apprendimento dell’inglese da parte dei quindicenni. Questo studio dimostra che i giovani imparano sempre più spesso le lingue al di fuori delle aule scolastiche, utilizzando internet, i social media o guardando contenuti in lingua originale. La maggioranza degli europei (53%), in particolare i giovani (65%), preferisce ora i contenuti sottotitolati a quelli doppiati. Questo dato è cambiato notevolmente rispetto al 2012 (+11 punti percentuali).

In media, l’11,5% degli studenti dell’UE parla una lingua diversa a casa rispetto a quella della scuola, il che dimostra che le classi multilingue sono una realtà in Europa.

 

Redazione Europe Direct Lombardia
@ED_Lombardia

Data di pubblicazione: 29/05/2024

Data ultima modifica: 29/05/2024